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Marco Orlando, il giovane sceneggiatore innamorato dei fumetti

Be Social è la sua storia d'esordio

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Lanciano, cittadina prolifica da ogni punto di vista, stupisce ancora dando i natali a un giovane talento del mondo delle sceneggiature di fumetti: Marco Orlando. Quest’anno, il giovane Orlando (25 anni) ha partecipato a un contest promosso dal sito Verticalismi.it, ovvero il primo laboratorio/magazine di fumetti online.

Il titolo del concorso è “In love with my robot” e, tra le diverse opere in gara in cui campeggiano figure robotiche dalle sembianze più o meno umane, spicca il fumetto realizzato, appunto, da Marco Orlando, in collaborazione con Iacopo Calisti e Marco Montironi, nei ruoli di disegnatore e colorista.

Il titolo del fumetto? È presto detto: “Be social”. E non vi vedrete figure fantascientifiche di creature meccaniche, bensì potrete leggervi qualcosa di molto più contemporaneo: una preoccupata critica all’uso smodato ed errato dei social media, argomento quanto mai attuale in un momento storico in cui si fa un uso quotidiano dei social network, affrontato con immediatezza e semplicità grazie al ricorso al linguaggio fumettistico, che costituisce il mezzo prediletto del giovane di origini lancianesi, nonostante le difficoltà legate all’essere uno sceneggiatore emergente in un Paese, l’Italia, che dà scarsa, per non dire a volte nulla, attenzione alle piccole realtà e alle produzioni indipendenti.

Indubbiamente si tratta di un ambiente in cui sfondare è difficile e lo è esponenzialmente di più se si è giovani e legati proprio a quelle piccole produzioni che, di solito, sono anche quelle più ben disposte verso gli emergenti. Questi editori, «essendo piccoli e quasi sconosciuti, trovano molta difficoltà nella comunicazione del loro lavoro, ma questo è abbastanza normale. Ciò che mi dispiace e che francamente non mi spiego è la scarsa attenzione che vedo da parte degli organi d'informazione. Parlo di siti, blog e riviste, di settore o locali, che sembrano dare poco spazio ai prodotti culturali di artisti emergenti. Magari non interessa per scelte editoriali, ma le pagine dedicate alla cultura nelle testate online abruzzesi sono abbastanza povere e sono rarissimi i pezzi sugli emergenti, che magari hanno più copertura fuori dalla regione» afferma Marco Orlando che, nonostante conosca bene le difficoltà cui va incontro, ha deciso di insistere nell’inseguire questo sogno e lo fa con impegno, ricerca e lavoro assiduo, giacché crede fermamente che «l'Italia ha alle spalle una storia millenaria ma, parlando di fumetti e cultura popolare, sono poche le storie ambientate nel nostro paese».

Per chi insiste nel relegare il linguaggio del fumetto a un pubblico prettamente infantile, finendo inevitabilmente per considerarlo una sorta di sottogenere di evasione che nulla avrebbe a che vedere con cultura e arte, Marco Orlando rappresenta una risposta eloquente. Ha iniziato a farlo buttandosi a capofitto in una sfida impegnativa come quella di esprimere il proprio pensiero e le proprie convinzioni con le sue sceneggiature, continua a farlo ogni giorno confrontandosi continuamente con gli appassionati del genere grazie all’ausilio dei social network e, prima di essi, a quello dei forum sull’argomento.

Ma non basta perché questo giovane autore continua a darsi da fare proponendo idee nuove e coinvolgenti, come quella di cui ci ha parlato, rispondendo gentilmente alle nostre domande: «Attualmente vivo a Roma. Nel periodo in cui leggevo Valter Buio, fumetto ambientato proprio nella città eterna, oltre a imparare alcune nozioni storiche interessanti, ho visto luoghi che frequentavo ogni giorno sotto una luce diversa, una bellissima sensazione. Raccontare il nostro paese attraverso i suoi luoghi e la sua storia credo sia una sfida e un'opportunità uniche. Parlando di piccole realtà mi riferisco proprio a città come la nostra Lanciano, quante storie possono essere ambientate nel periodo del Mastrogiurato? O durante la resistenza nella Seconda Guerra Mondiale? La Storia può essere una fonte inesauribile di storie».

Ed ecco che, da un medium che viene regolarmente bistrattato da una buona fetta di pubblico, da un linguaggio che può fornire infinite difficoltà, non solo dal punto di vista editoriale ma anche da quello creativo, (occorre trovare l’impaginazione migliore per comunicare il proprio messaggio, scegliere i colori più adatti, lavorare sui disegni, organizzare le battute, la lunghezza, in un lavoro di progettazione architettonica incredibilmente complessa, dove ogni virgola deve essere ragionata, ponderata e discussa), può nascere un’opera di qualità culturale e artistica, oltre che narrativa, e una fonte di riflessione per il lettore e di rivalutazione di ciò che ci circonda.

«Alla base della scelta di tentare questa strada, c’è un profondo amore per il medium fumetto, che, paragonato ad altri, riesce ad adattarsi meglio ai tempi. Inoltre, il fumetto assicura una grande libertà narrativa, dato che con gli stessi costi può essere prodotta sia una storia d'amore verosimile che una space opera di grande respiro, mentre nel cinema o in tv non è così» sono le parole più efficaci per spiegare quali possono essere le potenzialità di una scelta e sono proprio le parole di Marco Orlando.

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