LANCIANO - Non sono poche le figure femminili che, negli anni, hanno reso onore alla città di Lanciano e in molte vengono ancora oggi ricordate come esempio di grandi donne battagliere.
E tra quelle che hanno davvero contribuito a fare la storia della nostra città, ci sono le tabacchine. Le storiche dipendenti dell’Azienda Tabacchi di viale Cappuccini che nel 1968 si resero protagoniste di una rivolta che consegnò alla storia i loro nomi e le loro esperienze.
Le oltre mille tabacchine scioperarono ad oltranza ed occuparono lo stabilimento principalmente per protestare contro la riduzione dell’organico di circa 400 unità. La direzione, all’epoca, giustificò questi licenziamenti con l’intento di modernizzare l’impianto di lavorazione con nuovi macchinari ed anche il possibile trasferimento dell’azienda in un’altra città.
La rivolta della tabacchine ebbe un fortissimo eco in tutta la regione e anche a livello nazionale. E nonostante, probabilmente, non sapessero neanche dello spirito rivoluzionario che il “sessantotto” portava con sé, con grande coraggio decisero di ribellarsi e di dare esempio di come i tempi stessero cambiando.
In realtà le tabacchine erano spesso considerate “donnacce” perché svolgevano un’attività lavorativa fuori dalle mura domestiche, ma nonostante questa opinione e nonostante il lavoro fosse duro, faticoso e malpagato, lottarono strenuamente per difenderlo perché, in alcuni casi, rappresentava l’unica fonte di sopravvivenza per le proprie famiglie.
L’idea della comunità, però, cambiò col passare della protesta. E infatti, le operaie che per oltre due settimane dormirono nello stabilimento, lontane dalle proprie famiglie e dai propri figli, ebbero il supporto di tutta la città, la cui economia gravitava fortemente attorno all’Azienda Tabacchi. Se il tabacchificio avesse chiuso, anche le prospettive della città si sarebbero “chiuse” insieme ad esso. Pertanto, le tabacchine ricevettero l’appoggio e la solidarietà di Lanciano tutta, a partire dall’amministrazione comunale, fino ai commercianti, agli studenti e a tutte le altre categorie lavorative, tutte insieme, in lotta per i loro diritti.
Una pagina, ancora oggi, poco conosciuta e che meriterebbe di essere valorizzata e proposta, soprattutto ai giovani, che spesso non sanno di cosa si sta parlando.
Una pagina che dà lustro alla nostra città e orgoglio a tutte le donne lancianesi che oggi si sentono di festeggiare la festa della donna non solo con una mimosa, ma con un ricordo speciale verso chi è stata Donna, ma con D maiuscola.
Grazie a Milena Salvatore per l’aiuto storico.